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Sonata Islands Festival 2005
'Sonata Islands', rassegna di musica
contemporanea ospitata nella Palazzina Liberty di Milano, organizzata
dall'associazione Club il Diapason con la collaborazione dell'ensemble da camera
Sonata Islands, giunge alla sua terza edizione grazie al sostegno del Comune e
da quest'anno della Provincia di Milano.
Scopo principale dell'iniziativa Ë rispecchiare la vivacitý compositiva della
scena milanese, nella quale hanno operato autori la cui ricerca musicale si
manifesta come punto di incontro fra diversi linguaggi musicali, nel tentativo
di rendersi comprensibile ad un ampio pubblico. Ogni anno la programmazione del
festival confronta questa realtà musicale con quella di un paese straniero: il
primo anno gli Stati Uniti, poi l¹Australia, quest¹anno l¹Olanda, in particolare
quei singolari artisti che sono in qualche modo legati al maestro Louis
Andriessen.
In Olanda, specialmente in alcuni gruppi come l'Orkest de Volharding, è consueta
la contaminazione fra musica sperimentale colta e jazz, una dei caratteri
principali della poetica di Sonata Islands.
Un concerto del festival vedrà infatti anche quest'anno una performance
dell'ensemble insieme ad un trio jazz (con una prima di Giovanni Venosta ed una
di Andrea Dulbecco). In programma poi una serata per quartetto d'archi (prime di
Carlo Boccadoro, Tiziano Popoli, Andrea Pecolo e una prima italiana di Guus
Janssen), una per flauto e chitarra elettrica ed una per pianoforte solo, in
collaborazione con l'etichetta discografica milanese Tranquilo Records (musiche
di Sebastiano Cognolato e Lorenzo Ferrero). Il concerto che chiude il festival
ospita l¹ensemble Musicamorfosi, con un¹altra prima, di Filippo Saya.
L'edizione di quest'anno, alla ricerca di un nuovo modello spettacolare, slegato
dalle consuetudini, vorrebbe presentare un programma di musica nuova nel suo
incontro con l'arte enologica, abbinando ad ogni concerto l'assaggio e la
presentazione di un vino, ideando alcuni programmi musicali in stretta sintonia
con questa presentazione.
Ciò è stato reso possibile dalla collaborazione della cantina trentina CAVIT.
Il connubio di arte musicale ed enologica ha avuto molta fortuna in Trentino con
le manifestazioni Vinum Bonum e Vinart, ed è una novità nel capoluogo lombardo.
Protagonista del festival è Sonata Islands, un ensemble cameristico nato per
suonare la nuova musica italiana. Ha registrato Sciare di Fuoco, un CD di Emilio
Galante edito dall'etichetta "Ai Confini ed oltre" della BMG-Ricordi nel gennaio
del 1999 e presentato al Piccolo Teatro Studio nel giugno del 1999. Nell'autunno
1998 ha registrato le musiche di Cesare Picco per il balletto La Lupa, inciso su
CD Sonzogno. Nel maggio del 2000 ha inciso per Rugginenti Enigma, Enigma- la
musica dei Tarocchi, messo in scena all'Accademia Filarmonica Romana nel luglio
dello stesso anno, come pure a Milano, Sondrio, Ivrea e Bologna. Nel 2001 ha
messo in scena lo spettacolo Campioni (cd Velut Luna), con musiche scritte da
Carlo ed Emilio Galante, Marco Tutino, Armando Franceschini e Nicola Campogrande
per alcuni cortometraggi su grandi campioni dello sport e lo ha poi presentato a
Milano (Piccolo Teatro), Bologna, Trento, Bellinzona, Reggio Emilia, Asolo
(Asolo Musica), e Torino (Teatro Regio). Nel 2003 nasce lo spettacolo Muti
Musicati, cortometraggi muti del primo Novecento, rimontati e reinventati, con
musiche dei fratelli Galante, Lorenzo Ferrero, Filippo Del Corno e Fabrizio de
Rossi Re.
20 settembre 2005, ore 19
EMILIO GALANTE flauto e live electronics
WALTER ZANETTI chitarra acustica e chitarra elettrica
TERRY RILEY
Cantos Desiertos
Francesco en Paraiso
Cancion Desierto
Quijote
Llanto
Tango ladeado
CARLO GALANTE
Colori e oro su seta
MARTIJN PADDING
So-solo per ottavino solo
FILIPPO DEL CORNO
Dogma 2
EMILIO GALANTE
La tousa sul ciar dal fegn
27 settembre 2005, ore 19
SONATA ISLANDS MEETS DULBECCO JAZZ TRIO
Andrea Dulbecco vibrafono
Stefano Bagnoli batteria
Marco Micheli contrabbasso
Giovanni Venosta pianoforte
Emilio Galante flauto
Andrea Pecolo violino
Bianca Fervidi violoncello
ANDREA DULBECCO
L'orizzonte degli eventi (prima esecuzione assoluta)
MISHA MENGELBERG
Total Loss
GIOVANNI VENOSTA
Love, Rage... Supreme (prima esecuzione assoluta)
4 ottobre 2005, ore 19
LORENA PORTALUPI pianoforte
SEBASTIANO COGNOLATO
Ultramarine
LORENZO FERRERO
Seven Portraits of the same person
11 ottobre, ore 19
SONATA ISLANDS
Emilio Galante flauto e flauto basso
Andrea Pecolo violino
Fulvio Liviabella violino
Duccio Beluffi viola
Bianca Fervidi violoncello
Andrea Dulbecco batteria
ANDREA PECOLO
Quartett Satz (prima esecuzione assoluta)
CARLO BOCCADORO
Jesus on the mainline per flauto basso, violino, viola e violoncello (prima
esecuzione assoluta)
EMILIO GALANTE
May in Paris per flauto, violino, viola e violoncello
GUUS JANSSEN
Streepjes per quartetto d'archi (prima italiana)
TIZIANO POPOLI
La nave dei folli per quartetto d'archi e batteria (prima esecuzione assoluta)
MARCO TUTINO
Quartetto per quartetto d'archi
19 ottobre 2005, ore 19
MUSICAMORFOSI
Claudia Mariano e Andrea Zani, pianoforte
STELLE CADENTI
LOUIS ANDRIESSEN
Nuit d¹etè per piano quattro mani
URMAS SISASK
The zodiacs per piano solo
The milky way per piano quattro mani
LEO SMIT
Divertimento per piano 4 mani
Allegro, ma non troppo
Lento
Allegro con fuoco
JOHN TAVENER
Zodiacs per piano solo
PAUL RUDERS
Shooting stars
Star prelude & love fugue per piano solo (prima italiana)
FILIPPO SAYA
Luis del Patio de las remolachas (prima esecuzione assoluta)
Nel festival vengono presentate sei nuove composizioni, scritte appositamente da
Carlo Boccadoro, Giovanni Venosta, Tiziano Popoli, Andrea Pecolo, Filippo Saya e
Andrea Dulbecco (che ha scritto appositamente questa nuova versione di una sua
precedente composizione).
Steeepjees di Guus Janssen e Star prelude & love fugue di Paul Ruders vengono
inoltre presentate per la prima volta in Italia.
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Isole nelle correnti
No man is an island "Nessun uomo è un'isola". Chi l'ha detto? In
un film di successo di qualche anno fa, About A Boy, la domanda compare
in un quiz televisivo. Il ragazzino co-protagonista, che non ha tempo
di sentire la risposta esatta, si convince che l'autore sia John Bon
Jovi (un famoso rocker americano), e lo ribadisce anche alla fine del
film. Sarebbe stato interessante intervistare il pubblico italiano
all'uscita del cinema che sorrideva all'ovvio svarione del
ragazzino più che altro pensando che Bon Jovi non abbia mai
potuto fare un pensiero così profondo e ripetere la
domanda. Chi l'ha detto, e dove? In quanti avrebbero saputo rispondere?
L'ha scritto John Donne (1572-1631), nella sua diciassettesima
Devotion, quella che contiene anche quell'altra frase (forse di
maggiore celebrità letteraria e cinematografica): "Non chiedere
mai per chi suona la campana: suona per te." Né Donne né
le sue meditazioni sono particolarmente noti in Italia, mentre nel
mondo anglosassone almeno le frasi che ho citato sono di uso
proverbiale. Un musicologo inglese, Richard Middleton, ha parafrasato
la prima, facendone il fulcro teorico del suo libro più noto,
anche qui da noi: Studiare la popular music (Feltrinelli, 1994).
"Nessuna musica è un'isola", No music is an island, scrive
Middleton. Nessuna cultura musicale è separata, tutte sono
interconnesse, ciò che si fa a una musica (a un uomo, diceva
Donne) lo si fa a tutte (all'umanità); la perdita, la
dimenticanza di una musica è una perdita per tutte (e anche per
le altre "suona la campana"); far conoscere una musica fa conoscere
tutte le musiche. E soprattutto forse Middleton sottolinea
proprio questo aspetto nessuna musica può pretendere di
essere, da sola, "La Musica". È curioso che questi collegamenti
(fra il film, Donne, e Middleton, del cui libro ho curato l'edizione
italiana e che sarebbe di lì a poco venuto in Italia per
partecipare a un convegno sui rapporti tra musicologia "colta" e
musicologia "popular"), mi si siano presentati nelle stesse ore nelle
quali Emilio Galante mi chiedeva di scrivere qualche riga a proposito
di un festival che porta lo stesso nome del gruppo che dirige (e che
già conoscevo e apprezzavo), Sonata Islands. Ma il fatto
è che questi giorni, questi mesi, questi anni (il nostro tempo,
insomma) sono intrisi di riflessioni e discussioni sui rapporti fra le
culture, sui valori che le fondano, sulla possibilità che si
rispettino pur restando fedeli ai propri principi, o che entrino in
conflitto. Un professore universitario statunitense, tempo fa, ha
suscitato un vespaio nel mondo degli studi musicali soprattutto
americani sostenendo che di fatto esiste una Musica basata su
valori assoluti, e altre che non vale nemmeno la pena di studiare.
Basta sostituire qualche termine tecnico, e la polemica poteva essere
letta esattamente come quella che ha accompagnato gli ultimi scritti di
Oriana Fallaci. Ma bisogna dire che la sortita del musicologo ha avuto
molto meno successo. Fosse stato un cardinale, con questa sua
professione di antirelativismo avrebbe potuto ritrovarsi molto in alto.
Anche da questo punto di vista, la musica come sempre
avrebbe molto da insegnare.
Il festival Sonata Islands non ha mi sembra intenzioni
didascaliche. Ma ogni rassegna che abbia alla sua origine un pensiero
crea un senso, suggerisce un'immagine. Questa rimanda a un arcipelago
di musiche e di musicisti che hanno molto in comune, che certamente non
rifiutano l'idea di essere collegati fra loro, ma che hanno posto alla
base del loro lavoro (questa forse è proprio l'immagine-guida)
una certa leggerezza, un desiderio di navigare a una certa distanza
dalla terraferma massiccia delle tradizioni, anche avanguardistiche. Le
rappresentazioni cartografiche della musica lasciano il tempo che
trovano, ma non è che non servano proprio a niente: danno forma
a un pensiero, e già la suggestione delle isole mi pare
più ricca di sviluppi di quella dei "territori" con i "confini"
e le "terre di nessuno". Ancora più affascinante forse è
quella delle nuvole (la proponeva Xenakis): nuvole che si incontrano,
si sovrappongono, si lasciano. Ma isole e nuvole stanno bene insieme,
soprattutto pensandole sotto il cielo lattiginoso di Milano, in questa
pianura immobile. Nessuna musica è un'isola, ma è bello
navigare.
Franco Fabbri
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